Km zero è quasi bio?

Km Zero non significa necessariamente Bio – perché dobbiamo fare chiarezza?

 “Km zero è quasi bio” – una frase che sento spesso e che ogni volta mi lascia perplesso. Il termine “Km Zero” descrive prodotti agricoli locali, cioè prodotti in prossimità del luogo di vendita e consumo, riducendo così l’impatto ambientale legato al trasporto. Sebbene ciò sembri inizialmente positivo e sostenibile, non significa automaticamente che questi prodotti siano stati coltivati secondo le norme dell’agricoltura biologica. L’importanza di questa distinzione mi è stata confermata recentemente durante una gita a San Gimignano, in Toscana. In questa pittoresca cittadina ho scoperto un negozio che si vantava di essere l’unico produttore locale di salame tradizionale di cinghiale. Cartelli vistosi dichiaravano: “Prodotti di produzione propria – Km0! Senza antibiotici!” Incuriosito, sono entrato nel negozio e mi sono guardato intorno. Un miele di castagno biologico ha catturato la mia attenzione e l’ho portato alla cassa. Lì venivano offerte generosamente fette fresche di salame da degustare.

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“Vendete anche carne biologica?” ho chiesto gentilmente. La venditrice mi ha guardato stupita: “Carne biologica? Mai sentito. E comunque, al bio non ci credo!” La sua risposta mi ha lasciato sorpreso, considerando che offriva miele biologico nel suo negozio. Alla mia domanda sul perché fosse così scettica, mi ha risposto che, secondo lei, il biologico non può essere davvero tale se il vicino coltiva in modo convenzionale. Ho provato a spiegarle che i prodotti biologici sono certificati e controllati secondo precise normative UE e che, per esempio, tra un campo biologico e uno convenzionale è necessario creare una barriera naturale (come alberi o arbusti) oppure, in alternativa, commercializzare come convenzionali le prime file di coltivazione adiacenti al campo trattato. Questo è previsto chiaramente dal Regolamento UE 2018/848 sull’agricoltura biologica. Tuttavia, è rimasta scettica. Strano, pensai, qualcuno che pratica agricoltura e alleva animali dovrebbe essere ben informato sulle differenze tra i due metodi di produzione. La venditrice insisteva invece sul fatto che bisognasse fidarsi del vicino e che i prodotti locali fossero automaticamente migliori. Decisi di non continuare a discutere con lei. Con orgoglio indicò il suo salame “senza antibiotici”. “Senza antibiotici? Fantastico!” risposi. Al mio entusiasmo iniziale precisò che, secondo la certificazione toscana, è garantito soltanto che gli animali non abbiano ricevuto antibiotici negli ultimi sei mesi di vita. “Ah, solo negli ultimi sei mesi, peccato…” replicai. Nonostante ciò, acquistai il miele e lasciai il negozio con molti pensieri.

“Vendete anche carne biologica?”

“Carne biologica? Mai sentito. E comunque, al bio non ci credo!”

Quest’esperienza mi ha fatto capire ancora una volta perché i consumatori spesso si sentano confusi: se persino i venditori non credono completamente nei prodotti certificati e pubblicizzano mezze verità, la fiducia verso i prodotti biologici e le loro certificazioni inevitabilmente ne risente. Eppure, la certificazione biologica non è questione di fede, bensì si basa su norme ben definite e controllate a livello statale nell’UE (Regolamento UE 2018/848). Solo i prodotti con il logo verde europeo del biologico garantiscono effettivamente che tutta la catena produttiva sia sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

Chi vuole davvero sostenere l’agricoltura regionale e sostenibile e promuovere il benessere animale deve imparare a distinguere tra promesse pubblicitarie emotive e standard chiaramente certificati. “Km Zero” rappresenta un buon passo, ma non è affatto “quasi bio”. Solo i prodotti certificati biologici assicurano in modo affidabile che l’intera catena produttiva sia sostenibile e amica dell’ambiente. Non lasciamoci quindi confondere – guardiamo con attenzione!

 Confronto Km Zero vs Bio 

 (Tabella riassuntiva)

AspettoKm ZeroAgricoltura Biologica (Reg. UE 2018/848)
ProvenienzaLocale, vicino al punto di vendita, nessuna certificazione obbligatoriaNon necessariamente locale, certificata UE
Uso di pesticidiNon regolamentatoVietato uso di sostanze chimiche sintetiche
Uso di antibioticiVariabile, spesso non definito chiaramenteRigorosamente limitato e controllato
ControlliNessuna certificazione obbligatoriaControlli regolari obbligatori e certificazione UE
Impatto ambientaleRidotto (meno trasporti)Basso, grazie a pratiche sostenibili e regolamentate

 

Altre informazioni utili

 

Km Zero rappresenta un’importante iniziativa per sostenere l’economia locale e ridurre l’impatto ambientale del trasporto, ma non va confuso con l’agricoltura biologica. Per scelte davvero sostenibili e consapevoli è fondamentale informarsi correttamente e affidarsi ai prodotti che rispettano rigorosamente standard certificati. Scegliamo con attenzione e consapevolezza per promuovere un futuro sostenibile!